Alla IUC le musiche di Satie: dolci, ironiche o graffianti
“Ciò che il pubblico critica in voi, coltivatelo. Quello siete voi”. Parole del compositore francese, Eric Satie. Il mondo ne celebra quest’anno i 150 anni dalla nascita.
Chiamatelo però artista, perché preferirebbe. Nelle sue Memorie di un amnesico (1912) sottolinea “tutti vi faranno notare che non sono un musicista. E’ vero.”
La Stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti de La Sapienza (IUC) non ha mancato l’appuntamento offrendo, a fedeli abbonati e non, uno spettacolo in perfetto stile -Satie.
Programma denso di musiche ironiche, graffianti o dolci, diretto da Antonio Ballista, anche pianista, alla guida dei Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino, solisti d’eccellenza dell’orchestra tra le più antiche in Italia.
La prima parte ha rievocato la Musa irriverente di Satie, autore che pur di non farsi contaminare da conformismo e accademismi preferì guadagnarsi da vivere suonando il pianoforte nei locali notturni della Parigi Anni ’20.
Composizioni di brevità fulminante, quasi scherzi o motti di spirito, che precorrono i tempi moderni imminenti, inventando l’aleatorietà e dando spunti a Surrealismo, Dadaismo o Arte povera.
Tra di esse perle musicali come Gymnopedies e Sports et Divertissements, ma anche la satira in musica di Españaña e di La Diva de l’Empire. La voce era quella dell’eclettico soprano inglese Lorna Windsor.
“Se devo essere discepolo di qualcuno, credo di poter dire che lo sono esclusivamente di me stesso”, questo il credo di un autodidatta che tuttavia fondò il Gruppo dei Sei, intessendo un dialogo con grandi come Debussy, Poulenc, Stravinsky o Ibert. Ecco dunque nella seconda parte del concerto un’antologia dai compositori amici di Satie.
In spazi metafisici si caratterizzò l’opera del francese nato 150 anni fa, cercatore di suoni geniale, onnivoro di altre arti e spirito sempre libero.
La musica di Satie non la può eseguire chiunque, richiede oltre che amore sconfinato anche predisposizione a leggerezza e meditazione.
Preziose le introduzioni all’ascolto del direttore Ballista, in sintonia con la pratica di Satie, prodigo di indicazioni di scena e d’esecuzione, riservate solo agli esecutori e da tener celate al pubblico.
Alla IUC i segreti sono stati svelati e il pubblico ha reso grazie con generosi applausi.
Chiara Crialesi
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