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A Palazzo Pitti “Il Sogno nel Rinascimento”

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15/08/2013

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A Palazzo Pitti “Il Sogno nel Rinascimento”

“Il sogno nel Rinascimento” è il titolo di una mostra aperta fino al 15 settembre nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze. Premonitore o allegorico, messaggio divino o visione demoniaca, l’uomo cerca sin dall’antichità di dare un significato all’attività onirica, un tema sfaccettato che ha affascinato i grandi artisti di tutti i tempi e che per la prima volta è al centro di una mostra.

La mostra, suddivisa in cinque sale, si apre con “Il Risveglio di Venere” di Dosso Dossi e si conclude con il dipinto realizzato da Battista Dossi, “l’Aurora”. Sono molti i grandi nomi che popolano il percorso espositivo, in un curioso viaggio nella bellezza e nella grandezza dell’arte pittorica: Michelangelo Buonarroti, Lorenzo Lotto, Raffaello Sanzio. Ed è proprio di Raffaello “Il sogno del Cavaliere”, il dipinto-manifesto dell’evento, arrivato direttamente dalla National Gallery di Londra, e che sembra concretizzare le parole di Shakespeare: “Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”.

E’ la prima volta che in Italia si potrà ammirare quest’opera nella quale l’uomo è diviso tra la strada della voluptas, ovvero del piacere, e quella della virtus, la virtù, che vengono a tentarlo durante il sonno.
La sezione della mostra “La vacanza dell’anima”  presenta opere legate ai miti della classicità come il “Fregio” della Villa Medicea di Poggio a Caiano di Bertoldo o come “Il sogno del Cavaliere”, ma anche un manoscritto straordinario come la celebre Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna.

La sezione “La Notte” raccoglie molte opere ispirate alla statua di Michelangelo, scolpita per il monumento funebre di Giuliano dei Medici nella basilica di San Lorenzo: sono le visioni da incubo ricche di simboli e popolate di mostri a imprimersi nella nostra immaginazione: come “Allegoria della notte” di Battista Dossi, un profluvio di esseri deformi e animali notturni come la civetta. E ancora le quattro straordinarie tavole di “Visioni dell’Aldilà” di Bosch, capaci di farci conoscere l’estasi del paradiso e di precipitarci nell’inferno come nella “Visione di Tondalo”, sempre della scuola di Bosch,  con una gigantesca testa infernale con gli occhi di vetro che rappresenta il peccato.

La sezione “Visioni dell’Aldilà”  affronta il tema del sogno nella tradizione biblica e religiosa, con esempi grafici e pittorici dei secoli XV e XVI, dal “Sogno di Giacobbe” ai Sogni e Visioni di sante come Elena, Orsola, Caterina d’Alessandria.

Francesco de’ Medici e il suo particolare e fecondo rapporto con il sogno  sono i protagonisti della sezione “I sogni del principe” di cui ci sono pervenute varie opere, spesso impregnate di fantastica teatralità, come “L’Allegoria dei Sogni” del Naldini o il “Ritratto di Bianca Cappello” di Alessandro Allori.
La mostra si conclude con un richiamo all’Aurora, rappresentata da un dipinto di Battista Dossi, considerata nel Rinascimento come il momento più propizio per avere dei sogni che si avverano.

(c.m.)

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