A mezzanotte va la ronda del piacere della cultura
Sta per concludersi, in sordina com’è incominciato (alle 23.15 su Rai Uno), il viaggio nei patrimoni dell’ umanità compiuto da Heritage. Il programma, molto ben fatto, e che ha lasciato moltissimo spazio alle bellezze in parte sconosciute di questo Paese, è condotto da Federico Fazzuoli e Marco Ravaglioli ed è giunto ieri sera alla terza delle quattro puntate previste.
Heritage chiuderà la sua breve esistenza televisiva agostana il 28 agosto con una puntata nella quale ci piace segnalare, tra i tanti, il servizio sulle iniziative in atto per rilanciare il territorio di Bergamo valorizzandone le ricchezze culturali e ambientali e aprendole ai milioni di viaggiatori in transito lungo le autostrade e nell’aeroporto di Orio al Serio, quarto in Italia per numero di passeggeri. Per capire meglio come governo e regioni possa fare di questo nodo di transito un volano per valorizzare i beni culturali. Federico Fazzuoli e Marco Ravaglioli intervisteranno il Ministro per i Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi. Il governo dei tecnici, anche su questo punto, sembra aver le idee chiare, a giudicare dal progetto di revisione e riorganizzazione del sistema aeroportuale pubblicato proprio ieri, come anticipazione, da alcuni giornali. Il Piano per gli Aeroporti, elaborato dal ministro per le Infrastrutture, Corrado Passera, in collaborazione con l’Enac e tre società di consulenza, tra cui Kpmg, potrebbe essere approvato presto in Consiglio dei ministri.
Ieri sera, nella terza puntata, Federico Fazzuoli e Marco Ravaglioli hanno incontrato Giulia Maria Crespi, presidente onorario del FAI, il benemerito Fondo Ambiente italiano, che svolge tante azioni a favore della tutela e della conoscenza del patrimonio culturale, monumentale e ambientale di questo paese. “Su tutto – ha scritto Antonio Di Pollina nella sua seguita rubrica “Canal Grande” su Repubblica a commento della trasmissione e del ruolo del FAI – il proposito che vuole ricordare quanta ricchezza da sviluppare esisterebbe allargando l’orizzonte indefinito di quella cosa chiamata cultura”.
La terza puntata ci ha portato nel lontano Kazakistan nel sito archeologico di Tamgaly patrimonio dell’umanità Unesco, noto per le sue incisioni rupestri dove, a Issyk nella zona dei Kurgan, è stata ritrovata un’armatura da alcuni attribuita alle mitiche Amazzoni. Poi ci ha condotto a scoprire l’ Ural River Park, il delta del fiume Ural dove dominano il grande pellicano bianco, l’airone guardabuoi insieme a tante altre specie. Il parco è stato recentemente gemellato con il Parco del delta del Po sul quale – sia detto per inciso – è veramente affascinante il racconto di viaggio di Paolo Rumiz pubblicato a puntate su Repubblica in questo mese di agosto.
Non poteva mancare, dopo le Amazzoni, anche un po’ leggenda e mistero sul suolo italico: ieri sera si è parlato anche degli etruschi, il popolo ancora per tanti versi misterioso. Inevitabile anche il riferimento alla cronaca criminale e alla lotta contro i tombaroli che hanno trafugato e purtroppo continuano a trafugare dalle necropoli tanti tesori. Heritage ci ha mostrato i tesori recuperati dalle forze dell’ordine custoditi nelle camere blindate dell’Arma dei Carabinieri.
Heritage si conferma, anche quest’anno, non solo uno scrigno di belle storie sul paesaggio e l’ambiente, ma anche una trasmissione intelligente che anticipa temi di attualità. Peccato che vada in onda in pieno agosto e in seconda serata. Quando la Rai si accorgerà, che i telespettatori sono stufi di rivedere in prima serata per l’ennesima volta fondi di magazzino? Quando qualcuno ai piani alti di viale Mazzini leggerà le ricerche Censis- Fondazione MF sugli italiani e la bellezza? C’è voglia di bello, nel Paese – dicono queste ricerche – c’è voglia di reagire, di costruire crescita e sviluppo partendo da quello che abbiamo di unico e prezioso: il nostro straordinario patrimonio culturale. (Francesca Marcone)
Lascia un commento