Napoli, l’arte e i misteri della Chiesa del Gesù Nuovo
Con la sua facciata a punta di diamante la chiesa del Gesù Nuovo (o Trinità Maggiore) è una delle realtà del Settecento più importanti di Napoli. Chiamata così per distinguerla dalla chiesa del Gesù Vecchio, si trova nel cuore del centro storico della città partenopea, in piazza del Gesù.
Il monumento, progettato per arricchire la presenza dei palazzi rinascimentali nella città, fu commissionato da Roberto Sanseverino all’architetto Novello da San Lucano tra il 1548 a il 1601, ma a seguito a dei contrasti con la Corte Aragonese, il palazzo venne confiscato e venduto ai Gesuiti; grazie al sostegno economico offerto da Isabella della Rovere (principessa di Bisignano) furono avviati i lavori del monumento a croce greca ad opera dell’architetto Giuseppe Valeriano. La chiesa venne dedicata alla Madonna Immacolata e poi consacrata il 7 ottobre 1601.
Cosimo Fanzago e Ferdinando Fuga, dal 1639 al 1771, realizzarono diversi lavori di restauro a tutta la chiesa con elementi tipici del barocco (contropilastri e sottoarchi) e le pareti rivestite da marmi policromi.
Oggi la chiesa del Gesù Nuovo ospita le spoglie di Giuseppe Moscati, il medico santo (famoso per le sue opere di bene a favore dei poveri e dei malati) che era solito raccogliersi in preghiera ogni mattina prima di recarsi al lavoro. Dal 1927 è sepolto nella cappella della Visitazione.
La cappella è un trionfo di arte e storia: oltre alla statua di bronzo del santo realizzata nel 1990 da Pier Luigi Soplesa, accoglie particolari rivestimenti in marmo realizzati tra il 1660 e il 1666 da Cosimo Fanzago, gli affreschi di Luca Giordano che richiamano le Storie del Battista, San Giuseppe e il Profeta Isaia realizzati tra il 1648 e il 1685.
I santi come il fondatore della Compagnia di Gesù, Sant’Ignazio di Loyola, San Carlo Borromeo, San Francesco Saverio, San Francesco Borgia e San Francesco De Geronimo sono venerati in altre cappelle lungo le tre grandi navate della chiesa. Una delle opere più importanti è l’affresco della controfacciata di Francesco Solimena, la Cacciata di Eliodoro dal tempio, del 1725.
La chiesa del Gesù Nuovo non è solo un capolavoro dell’arte barocca, meta di visitatori di tutto il mondo, ma anche un importante mistero che è stato risolto negli ultimi anni dallo storico dell’arte Vincenzo De Pasquale, esperto del Rinascimento napoletano.
Questo mistero riguarda le bugne, ossia le pietre a punta di diamante che costituiscono la facciata della chiesa sulle quali furono incisi strani segni di circa 10 centimetri. La leggenda narra che gli operai che le realizzavano, le avessero poi collocate in maniera sbagliata e che quindi, le energie positive si sarebbero dovute trasformare in energie negative. In realtà nella storia successiva si dovette assistere alla distruzione del palazzo, a un incendio nel 1639 e a diversi crolli della cupola. E tuttavia durante la Seconda guerra mondiale accadde un “miracolo”: una bomba cadde sul soffitto di una navata e non esplose.
Lo studio di De Pasquale ha confermato invece che i segni delle bugne sono lettere aramaiche (la lingua parlata da Gesù) e ciascuna corrisponde a una nota. Se lette da sinistra a destra, dal basso verso l’alto, le incisioni compongono una musica dal titolo Enigma della durata di circa un’ora. Clicca qui per ascoltare “la musica delle bugne”
Fabio Pariante
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