Il fascino del Liberty in mostra a Forlì
Fino al 15 giugno 2014 si può visitare nei Musei San Domenico di Forlì la mostra “Liberty. Uno stile per l’Italia moderna, lettura innovativa del movimento che ebbe grande diffusione tra il XVIII e il XIX secolo. I curatori della mostra sono Maria Flora Giubilei, Fernando Mazzocca e Alessandra Tiddia, la direzione generale dell’esposizione è affidata a Gianfranco Brunelli. Il percorso espositivo è ideato e realizzato dalla Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì e i Musei San Domenico.
Nell’Italia da poco unificata il Liberty si fa interprete dell’aspirazione al raggiungimento di un linguaggio artistico nazionale comune e adeguato a rappresentare il progresso e la modernità. Accanto alla celebrazione del progresso scientifico e tecnologico, il movimento vuole far rivivere l’antico splendore culturale rideclinando, con una sensibilità attuale definita dall’Estetismo e dall’eredità dei Preraffaeliti inglesi, un Rinascimento identificato tra la linearità sentimentale e femminile di Botticelli e la tensione eroica di Michelangelo. Segantini, Previati, Boldini, Sartorio, De Carolis, Longoni, Morbelli, Casorati sono solo alcuni degli artisti presenti nel complesso di San Domenico. La mostra ha sezioni dedicate alla grafica, all’illustrazione, ai manifesti pubblicitari e alle manifestazioni dell’architettura e delle arti applicate.
È possibile ammirare le ceramiche di Chini, Baccarini, Spertini, Calzi, Cambellotti; i ferri battuti di Mazzucotelli e Bellotto; i manifesti di Dudovich, Hohenstein, Mataloni, Terzi, Palanti, Boccioni, Beltrame; i mobili di Zen, Bugatti, Basile, Fontana, Issel; gli abiti di Eleonora Duse. L’esposizione vuole raccontare in maniera avvincente l’idea di un’arte totale che ha trionfato in quella stagione dell’ottimismo e di incondizionata fiducia nel progresso, conosciuta universalmente come Belle Époque. Orari di apertura: da martedì a venerdì 09.30-19.00; sabato, domenica e giorni festivi 9.30-20. Chiuso il lunedì.
Laura Rubboli
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