Gianfranco Ravasi: la bellezza del comunicare
“Il leggere fa l’uomo completo, il parlare lo rende pronto, lo scrivere lo rende preciso”: è la citazione (da un grande pensatore del ‘500, Francesco Bacone) contenuta in un tweet inviato questa mattina ai suoi followers (sono migliaia) in vista della cerimonia, nella quale – di lì a poche ore- l’università LUMSA di Roma gli avrebbe conferito la laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione, la prima, in questo campo, ricevuta dal cardinale che è il “ministro della Cultura” del Vaticano. E proprio a quel tweet ha fatto riferimento Ravasi chiudendo la sua Lectio Magistralis su “Comunicazione e verità” : “Io spero – ha infatti concluso il porporato – che la nostra comunicazione abbia sempre un leggere, un parlare e uno scrivere con questi tre aggettivi”. Ed è anche qui la bellezza del comunicare, che è anche più bella quando è una comunicazione di verità, in tutti i sensi.
“La verità – ha detto il card. Ravasi – per sua natura è comunicazione. Non è una pietra preziosa da mettere in tasca, ma è un mare in cui navigare”. Prima della cerimonia si è svolta in Aula Traglia una conferenza stampa, coordinata dal giornalista Rai Raffaele Luise, ricca di domande e di spunti interessanti che il cardinale ha colto e sviluppato con riferimenti costanti anche alla comunicazione di Papa Francesco.
Ravasi ha messo in luce alcuni aspetti negativi della comunicazione di oggi vissuta in gran parte attraverso il computer e i social media: come la frammentarietà, l’approssimazione e la malattia delle solitudini. Ma anche i molti aspetti positivi e soprattutto la necessità per tutti, anche perla Chiesa, di essere al passo con i tempi sull’onda dell’esempio della comunicazione “vera e spontanea” di Papa Francesco.
In proposito Ravasi ha anche citato le parole di un pontefice forse poco compreso, Paolo VI: “Bisogna saper esser antichi e moderni, parlare secondo la tradizione, ma anche conformemente alla nuova sensibilità. A che cosa serve dire quello che è vero se gli uomini di questo secolo non ci capiscono?”. E in questo sforzo di portare a tutti la bellezza del comunicare si segnalano anche i “Cortili dei Gentili”, iniziativa di dialogo con i non credenti. Ravasi dopo averli portati su ogni terreno della società colta, li vuole portare anche nelle carceri e nelle periferie, fisiche ed esistenziali. Ravasi ha ricordato con piacere una sua esperienza nel bar Jamaica di Brera a Milano, come esempio di incontro con le periferie esistenziali e l’umanità più nascosta, sottolinendone l’accoglienza e l’atmosfera calorosa. Il cardinale ha, tra l’altro, parlato del suo progetto degli incontri nelle periferie romane già avviato con i parroci di alcune borgate.
Una domanda dei giornalisti ha riguardato l’incontro tra musica sacra e musica contemporanea, che il cardinale intende comunque favorire. In questa direzione va l’esperimento dalla Sagra musicale umbra, di concerto con il Pontificio consiglio della Cultura, che quest’anno ha lanciato un bando tra quanti fanno musica contemporanea per musicare un testo breve, il “Credo”. Hanno risposto il 220. “La cosa interessante – ha detto Ravasi – è che, tra i tre finalisti, il pubblico e la Commissione tecnica hanno decretato lo stesso vincitore”. Anche per il 2014 verrà lanciato un bando e questa volta la preghiera da musicare sarà il “Padre nostro”.
(i.z)