Carcere di Nisida: a scuola di sartoria e bellezza
Ciò che non manca in carcere è il tempo. E l’Istituto minorile di Nisida ha deciso di impiegare gli anni migliori dei suoi ragazzi in un percorso formativo: una scuola di sartoria. Il laboratorio è tenuto dal maestro Pino Peluso che insegna i segreti di questo mestiere meticoloso a 15 giovani detenuti. Il progetto è stato promosso dalla Regione Campania al fine di insegnare ai ragazzi come concretizzare un’idea, esattamente come avviene con la trasformazione del cibo o con un disegno. L’augurio degli organizzatori è che i ragazzi imparino un lavoro e che in futuro i ragazzi lavorino per dar forma ai loro sogni senza cercare scorciatoie. Queste attività sopra citate hanno infatti come comune denominatore l’attesa e l’elaborazione. Imparare ad aspettare migliora la qualità del tempo e la percezione che si ha di esso; permette di comprendere i tempi per agire aumentando così la fiducia e la padronanza di sé stessi.
Il carcere minorile di Nisida si è sempre concentrato sul reinserimento ed il recupero dei ragazzi. È da ricordare un bellissimo progetto del 2014 intitolato “Le forme della Bellezza” . Come riconoscerle? Dove trovarle? Semplice, nei propri occhi. Armati di macchina fotografica, i ragazzi hanno catturato ciò che di bello offre la natura. Fiori, animali e nuvole dalle strane forme sono così diventati immagini ed esposti in una mostra ideata dal Jane Goodall Institute Italia –che fa capo all’omonima Messaggera di Pace ONU– con il patrocinio e la sponsorizzazione dell’Assessorato all’Ecologia e all’Ambiente della Regione Campania. Le immagini in esposizione sono state poi inviate in Tanzania per adornare le case degli orfani del Gombe con elementi naturali che alcuni ragazzi hanno ritenuto essere bellezza.
Giulia Coia
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