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Sul Pollino la Festa della Pita

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06/05/2018

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Sul Pollino la Festa della Pita

Ogni anno, nel segno della tradizione, il comune calabrese di Alessandria del Carretto ha celebrato il 3 maggio, con tutti i suoi abitanti, la Festa della Pitë: così si chiama qui, nel cosentino, l’abete bianco.

La festa dell’abete è candidata per divenire patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

Una ricorrenza che ha inizio dalla penultima domenica di aprile con la scelta dell’abete bianco che sarà il protagonista della festa. Ci si reca a Terranova del Pollino, si seleziona la pitë, un alto e robusto albero di abete bianco. Si sceglie anche “u cimale” un altro abete dalla cima molto folta e rigogliosa destinato ad essere “innestato” al vertice della pitë. Un tempo la scelta era libera, oggi bisogna accontentarsi di abeti che sono stati abbattuti dalle intemperie o dalla “provvidenza”.

Nei giorni seguenti l’abete viene abbattuto, pulito e scortecciato e sistemato in uno spiazzo al lato di un sentiero. L’ultima domenica di aprile giovani e adulti, alle prime luci dell’alba, si muovono dal paese verso la Spinazzeta. Bisogna preparare i tronchi ed i rami che verranno usati durante il trasporto e tagliare la cima e tutte le operazioni sono accompagnate dal suono di zampogne, organetti e tamburelli e dal consumo di buon cibo e vino.Il trasporto, che viene fatto con il solo aiuto delle braccia, è effettuato sia da uomini che da donne e può arrivare anche a 10 ore.

La tradizione vuole che i bambini trasportino “u traviettë”. Arrivati in località Difisella si fa un’ultima sosta per condividere un pranzo a base di prodotti tipici: capretto arrostito, “misceruhë e pallaccë” (funghi Prugnolo di maggio con un prodotto caseario simile ad una mozzarella), “stigliohë” (interiore di capretto), “gliommeriellë” (involtini di carne), e altro ancora, tutto innaffiato con squisito vino locale.

Infine la pitë e u cimale vengono introdotti nell’abitato accolti da musiche e danze. Nei giorni seguenti il tronco sarà lisciato e squadrato e il 3 maggio, finalmente, unito alla cima, verrà innalzato nella piazza San Vincenzo.

Nel primo pomeriggio si tiene l’incanto della pitë, di cibi ed animali che servirà a raccogliere denaro per lo svolgimento della festa, e ha inizio la prova di arrampicamento della pitë. Alla cima dell’albero sono appesi numerosi doni che devono essere conquistati da coloro che riusciranno, tra ardite acrobazie, a scalare l’albero.

A conclusione della festa, l’albero viene abbattuto e tutta la popolazione si avventa per staccarne rametti dalla cima e portarseli a casa.

Rosanna Angiulli

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