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Pistoletto vince il Praemium Imperiale per la Pittura

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23/09/2013

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Pistoletto vince il Praemium Imperiale per la Pittura

L’artista italiano Michelangelo Pistoletto si è aggiudicato il premio per la Pittura del Praemium Imperiale, organizzato da 25 anni dalla Japan Art Academy. Un premio più volte paragonato a un ‘’Nobel dell’Arte’’ che il maestro di Biella ha ricevuto “per l’incessante sforzo di rompere le barriere delle tradizionali discipline artistiche e per aver portato l’arte al centro dell’umanità”. Pistoletto, fin dalle sue prime opere, ha sempre studiato e sperimentato modi per rappresentare l’oggettività assoluta da cui solitamente l’arte si scosta. Dopo i primi tentativi di autoritratto, nel 1961 riesce a rendere quadro il presente con un fondo coperto di vernice specchiante che rifletteva il suo volto e dove ‘’L’uomo dipinto veniva avanti come vivo nello spazio vivo dell’ambiente, ma il vero protagonista era il rapporto di istantaneità che si creava tra lo spettatore, il suo riflesso e la figura dipinta, in un movimento sempre “presente” che concentrava in sé il passato e il futuro tanto da far dubitare della loro esistenza: era la dimensione del tempo” (M. Pistoletto, Oggetti in meno, Galleria La Bertesca, Genova 1966).

Il sogno più grande dell’artista si realizza nell’estate ’98 con l’inaugurazione di Cittadellarte, situata in un’ex manifattura acquistata da lui stesso sette anni prima con l’intento di creare un polo promovente di progetti volti al cambiamento e all’arricchimento della comunità. Annualmente, infatti, viene indetto “artist in residence” – Unidee (Università delle Idee), che premia chi avvia un cambiamento responsabile della società.

La sua idea di riformare le leggi dell’arte è stata concretamente divulgata durante la sua cattedra all’Accademia di Belle Arti di Vienna dove ha presentato ai suoi studenti Progetto Arte, il cui manifesto spiega a chiare lettere che bisognerebbe eliminare le distanze mantenendo le differenze. ‘’L’arte  – spiega Pistoletto- è l’espressione più sensibile e integrale del pensiero ed è tempo che l’artista prenda su di sé la responsabilità di porre in comunicazione ogni altra attività umana, dall’economia alla politica, dalla scienza alla religione, dall’educazione al comportamento, in breve tutte le istanze del tessuto sociale”.

Nel 2003, l’amore per la differenza e la passione per gli specchi (da cui non si è più separato) hanno dato  vita a  Love Difference-Movimento Artistico per una Politica InterMediterranea, con cui ha vinto il Leone d’Oro per la carriera alla Biennale di Venezia. Un grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo, attorno a cui si siedono i diversi paesi, vuole far capire che  uniformità e differenza non dovrebbero essere considerati come cause di conflittualità, bensì come elementi necessari per mantenere saldo l’organismo sociale.

Giulia Coia

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