L’illusione della realtà per Paolo Veronese
È dal 1939 che l’Italia non ospitava una grande mostra dedicata interamente a Paolo Veronese: Palazzo della Gran Guardia risponde all’appello, forse un po’ in ritardo, ma lo fa in modo sorprendente, coinvolgendo le istituzioni museali di tutto il mondo, raccogliendo così nei suoi spazi espositivi oltre cento opere, fra dipinti e disegni, schizzi e studi da cui emerge limpido il genio dell’artista.
Fino al 5 ottobre, le tele di Paolo Caliari detto il Veronese ne rievocano la storia, la formazione, le sperimentazioni, fino alla maturità.
Sei sezioni per una mostra monografica memorabile; ampio spazio è dedicato ai rapporti che l’artista ebbe con l’architettura, la mitologia e la religione.
La Conversione della Maddalena, il Ratto d’Europa, Marte e Venere: la scelta dei capolavori del Veronese è ampia, ma di eccezionale c’è il numero dei progetti esposti dell’artista, allo scopo di testimoniare quanto fosse decisivo il ruolo della riflessione grafica per il pittore, non solo nel percorso creativo, ma nella dinamica produttiva della sua bottega.
Sfilano davanti agli occhi dei visitatori scene mitologiche, visioni oniriche: sacro e profano sembrano spesso confondersi nel gesto del pittore, affascinato fin dalla giovinezza dai temi allegorici.
Il percorso si conclude con l’esposizione dell’importante restauro di “La Cena in casa di Levi”, di proprietà della Galleria dell’Accademia ed in deposito presso il Comune di Verona: un opera rivoluzionaria a causa della quale l’artista fu obbligato a presentarsi di fronte al Tribunale del Sant’Uffizio nel luglio del 1573.
La mostra, intitolata “L’illusione della realtà”, si nutre anche di numerosi itinerari pensati per svelare al pubblico le tele di Paolo Veronese custodite a Verona, nelle chiese di San Giorgio in Braida, San Paolo e al Museo di Castelvecchio.
Andrea Mazzuca
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