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La cultura vince la crisi

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05/07/2016

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La cultura vince la crisi

slide 2Mentre la nostra economia stenta a riprender fiato dalla crisi internazionale che ha sconquassato il Paese, il sistema produttivo culturale e creativo italiano resiste, anzi cresce. È quanto emerge dal Rapporto 2016 “Io sono cultura – L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” presentato il 23 giugno a Roma da Fondazione Symbola e Unioncamere. Cinema, letteratura, performing arts, musei, biblioteche, ma anche design, architettura, comunicazione e branding: la filiera della cultura e della creatività italiana ha prodotto nel 2015 89,7 miliardi di valore aggiunto. Parliamo del 6,1% del PIL nazionale,  o del 17% se contiamo anche i 106,1 miliardi attivati indirettamente sull’indotto, dove l’effetto trainante si riverbera soprattutto sulla spesa turistica, mossa per il 37,5% da cultura e creatività. In sostanza, 1 euro in cultura produce 1,8 euro di crescita negli altri settori. Senza contare che tale ricchezza significa anche occupazione, quando sono 1,5 milioni le persone che lavorano nel sistema produttivo culturale e creativo.

A Milano va la Palma d’Oro della cultura italiana, prima città del Bel Paese sia per ricchezza che per numero di lavoratori. Se il Sud resta ancora fanalino di coda, è il Lazio la regione in cui si è fatto meglio, mentre alla Valle d’Aosta va riconosciuto il primato del miglior trend, registrando la maggior crescita negli anni dal 2011 al 2015. slide 1

“L’Italia è forte se scommette su ciò che la rende unica e desiderata nel mondo: cultura, qualità, conoscenza, innovazione, territorio e coesione sociale – commenta il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci -. Dal rapporto emerge un Paese che è già proiettato nel domani, che crede nelle sue forze e nelle sue capacità, consapevole che la sua cultura dalla radici antiche è oggi un importante volano per la crescita. Un Paese che guarda avanti con coraggio senza dimenticare la sua storia, che coglie le opportunità della green economy e della digitalizzazione ma non dimentica la sua natura artigiana, fatta di piccole e medie imprese che traggono la loro forza dalla sapienza dei territori, dai loro saperi e dalla loro coesione. Un’Italia che fa l’Italia, che può vincere la sfida del futuro”.

Camilla Cipolla 

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