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La cultura, miniera inesauribile da sfruttare meglio

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27/07/2012

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La cultura, miniera inesauribile da sfruttare meglio

L’Italia ha poche risorse naturali, poco carbone, poco petrolio, poco metano, tutta roba che deve importare per far girare le macchine dell’industria, dell’economia del paese. Ma ha una miniera ricchissima, un giacimento senza pari nel mondo che sfrutta meno di quel che sarebbe opportuno per superare il momento di crisi causato dalle note vicende legate all’euro: la cultura, il patrimonio artistico, le bellezze naturali.

Negli scantinati dei musei italiani sono accatastati dipinti e reperti archeologici da riempirne altre decine di sale d’esposizione. All’estero, in America ad esempio, oggetti d’arte di minor valore fanno la fortuna di cittadine che attraggono i turisti affamati di cultura, moderni esploratori del passato, pronti a nutrirsi anche di piccole cose. L’Italia per trasformare la cultura in oro deve puntare sul miglioramento delle strutture e non storcere il naso davanti alla necessità di obbedire alle leggi del marketing.

Per capire il valore economico della cultura, prendiamo qualche numero dal rapporto 2012 sull’industria culturale italiana elaborato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere. A Roma e nella sua provincia, la cultura produce il 7,6 per cento del pil, un valore aggiunto tra i più alti d’Italia. Tuttavia, la capitale si pone soltanto al settimo posto tra le province italiane come incidenza della cultura sull’economia locale. Prima di Roma il rapporto classifica Arezzo, Pordenone e Milano (pari merito), Pesaro, Urbino e Vicenza. In cifre totali, è però Roma a guidare la classifica, con nove miliardi e mezzo di euro, trainando il Lazio al primo posto tra le regioni (con il 6,8 per cento del pil locale). In tutta la regione, sono circa 160mila le persone impiegate nel settore (6,3 per cento del totale degli occupati). Il contributo maggiore viene dai settori dell’audiovisivo, dei libri e del software con il 68 per cento, l’artigianato, il design e la comunicazione partecipano con il 23 per cento, l’intrattenimento con il 7 per cento e il patrimonio artistico con il 2 per cento sul sistema produttivo culturale privato.

E allora, coraggio: sfruttiamola meglio questa miniera. Che ha un vantaggio sul petrolio, sul gas, sul carbone, fonti di energia e di ricchezza non rinnovabili. La cultura è un giacimento inesauribile che più viene sfruttato e più aumenta di valore.

(Francesco Bruni)

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