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Don Puglisi e don Gallo, due anime dell’Italia migliore

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25/05/2013

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Don Puglisi e don Gallo, due anime dell’Italia migliore

Un sabato “strano” quello del 25 maggio. A Palermo e a Genova si sono la folla ha abbracciato idealmente due anime dell’Italia migliore: don Pino Puglisi, il parroco ucciso dalla mafia e diventato Beato e don Andrea Gallo, il prete degli ultimi. Il web, una volta tanto, è diventato un tadzebao di messaggi, ricordi, pensieri, testimonianze, racconti personali.

Per don Gallo, morto a 84 anni – prete partigiano, “angelicamente anarchico”, – ne abbiamo scelti due, tratti dai blog. Ecco quello di Emiliano Dejana: “E’ morto il prete della mia Chiesa eretica, libera, povera per i poveri, ricca di bellezza e di umanità. Una Chiesa errante e che per questo capiva gli errori, piccoli e grandi. Non abbassare la testa neanche lassù. Buon volo, Don Gallo”.

L’altro è quello tratto da “Notizie News” di Arduino Rossi: “Don Gallo è un prete unico nella storia della Chiesa: non fu scomunicato, scacciato, ma rimase al margine e lui lavorò per gli ultimi come prete, ascoltò tutti e fu amico di tutti, al punto che al suo funerale la folla è immensa e pareva l’addio a un vecchio compagno rivoluzionario.La Chiesa aveva un missionario tra i rivoluzionari, fuori dalla storia?Lui era un rivoluzionario con la veste talare? Il mondo è strano e non rimane che ammirare un uomo simile”

Don Gallo, prete fuori dagli schemi, non poteva non avere che un funerale sui generis. Con i trans, i «camalli» del porto, i «pulcini» del Genoa e la folla che, sotto la pioggia, ha intonato più volte «Bella Ciao», fischiato il cardinale Bagnasco e applaudito Vladimir Luxuria, come riferiscono le cronache. Un lungo addio con i ragazzi della sua comunità che indossavano le magliette rosse con la scritta «dimmi chi escludi e ti dirò chi sei».

Non ha escluso nessuno neppure don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio, ucciso dalla mafia, elevato agli onori degli altari davanti a una folla di oltre 80 mila persone in preghiera al Foro Italico di Palermo dal card. Salvatore De Giorgi, delegato da Papa Francesco, nell’ambito di una celebrazione presieduta dal card. Romeo. Don Puglisi  simbolo cristiano della lotta alla mafia, è stato proclamato beato a quasi vent’anni dalla sua morte, il 15 settembre del 1993 avvenuta nel giorno del suo 56esimo compleanno per mano di sicari mandati da Cosa Nostra.

“Ucciso perché formava le coscienze e dava fastidio” ha detto De Giorgi. “Bisogna non dimenticare l’esempio di don Puglisi. Questo sacerdote ha spiegato a tutti che bisogna agire con semplice determinazione” ha detto il ministro Cancellieri. “Una figura di un sacerdote il cui martirio costituisce una grande testimonianza di fede cristiana, di profonda generosità e di altissimo coraggio civile” – ha scritto nel suo messaggio il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Anche per lui- sulla rete –  tanti ricordi e testimonianze di gente comune. Tra le tante quella di padre Antonio Loffredo, conosciuto come “il don dei ragazzi della Sanità”, il rione di Napoli dove governa la malavita organizzata, che ha un motto “la bellezza può guarire l’uomo”.  E lo dimostra nel suo libro “Noi del Rione Sanità. La scommessa di un parroco e dei suoi ragazzi”.

(c.m.)

 

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