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DNA e gusto dei sapori. La scoperta sulla Via della Seta

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03/04/2016

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DNA e gusto dei sapori. La scoperta sulla Via della Seta

via seta

Siamo quello che mangiamo, ma siamo anche tutto ciò che ci porta il nostro DNA. Sembra questa l’ipotesi dimostrata dai primi studi mai realizzati sulle popolazioni che abitano la mitica Via della Seta. Queste infatti le conclusioni di Marco Polo. Geni e sapori lungo la Via della Seta, pubblicazione,159 pagine più 14o immagini di corredo fotografico per i tipi di White Star, presentata alla Libreria Lovat di Trieste, a suggello delle ricerche della spedizione scientifica “Marco Polo”, ideata da Sissa Medialab e Burlo Garofolo. Tra il 2010 e il 2014 la missione ha percorso a ritroso la Via della Seta in cerca di risultati per l’ipotesi d’uno stretto legame tra alimentazione e DNA, in particolare in caso di obesità o patologie dell’apparato cardiovascolare. Sarebbe dunque il DNA a dettare i nostri specifici gusti per gli alimenti. Il genetista Burlo Garofolo, insieme a Paolo Gasparini, responsabile scientifico della spedizione e coautore del libro, regalano milione marco poloi loro racconti di viaggio, costruiti attraverso dialoghi con le popolazioni locali, alla scoperta delle loro preferenze culinarie, ma anche di riti e tradizioni che intessono inevitabilmente i caratteri e i destini di queste genti. A illustrare le tappe di questo affascinante itinerario esotico è Simona Cerrato, che ha curato la divulgazione del progetto per conto di Medialab Sissa.

sissa

La scienza non è dunque nella sua torre d’avorio, a disposizione solo degli adepti, ma si fa disciplina viva e determinante nella quotidianità di ognuno di noi. 120 mila chilometri percorsi e 20 popolazioni incontrate sono l’humus di questa scoperta scientifica, nata sulle orme di Marco Polo, il mercante di Venezia che nel 1271 partì alla volta dell’Estremo Oriente per consegnare alla storia le memorie di questo incontro memorabile tra culture nel Milione.

La rete mondiale delle comunità del cibo “Terra Madre”, entusiasta per il progetto di ricerca si è adoperata a favorire la volontaria collaborazione delle comunità locali coinvolte, per dipanare un fervido confronto tra culture apparentemente lontane come quella occidentale e quella di Sol Levante e dintorni. Dopo tutto in queste terre di frontiera l’incontro tra mondi lontani era all’ordine del giorno, iscritto non a caso nel DNA dei popoli. I risultati scientifici sono stati raggiunti effettuando test non invasivi, come prelievo di saliva o test dell’amaro e dell’olfatto, per poi incrociare dati e correlare infine le preferenze rispetto ai sapori con il ptriesteatrimonio genetico.

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